Un libro che tutti dovrebbero leggere: “Armati di scienza” di Elena Cattaneo, Raffaello Cortina Editore. Dovrebbe essere letto perché, in questi tempi di “infodemia”, insegna un metodo: quello scientifico, con il quale ci si può e deve difendere dalla mole impressionante di notizie distorte, false o tendenziose. Notizie che imperano ovunque e in tutti i settori, in particolare in quello agroalimentare, che è quello che ci sta più a cuore, in quanto in grado di orientare i consumi su di un settore strategico per la salute dei consumatori e per l’economia delle imprese agricole.

Elena Cattaneo, ricercatrice, docente universitaria e senatrice a vita, evidenzia le difficoltà di affidarsi a fonti affidabili dell’informazione partendo da una posizione privilegiata di cui gode nella sua doppia veste di scienziata ed esponente politica. Ma sottolinea anche il non semplice problema di trasferire le conoscenze scientifiche acquisite dagli scienziati alla classe politica che deve (o dovrebbe) utilizzarle per tramutarle in atti concreti e comportamenti quotidiani a beneficio dei cittadini. In tempi di pandemia da Covid 19 e lo sviluppo dei vaccini in tempi record è quanto mai calzante. 

Nel libro della Cattaneo vi sono tanti spunti e messaggi di cui fare tesoro, a partire dal titolo, del quale per certi versi l’autrice si scusa per il richiamo ad atti di guerra, ma che in realtà vuole solo essere un meccanismo di difesa: conoscere per decidere. E tutti sono chiamati a fare la loro parte: non solo i politici, ma anche gli scienziati ed i ricercatori che devono farsi carico anche degli aspetti divulgativi per offrire alla società elementi di chiarezza. Per non parlare di chi la divulgazione la fa di professione, i giornalisti. Così come è palese l’invito ai cittadini/consumatori ad approfondire e verificare le informazioni che possono incidere in qualche modo sulla loro vita quotidiana. Insomma, avvalersi di un metodo anche nell’informarsi: il metodo scientifico, occorre usare cervello perché spesso il solo buon senso non è più sufficiente.

Nel suo testo la Cattaneo si spinge ad alcuni esempi chiarissimi nel comparto agricolo, di cui si è appassionata negli ultimi anni. Comparto che difende e che ritiene essere uno dei principali in cui la connessione tra scienza, ricerca applicata e pratica quotidiana degli addetti siano strettamente legati a beneficio del consumatore finale. 

Alcuni passaggi nel volume sono musica per le nostre orecchie quotidianamente sottoposte a sproloqui senza alcun fondamento scientifico ma frutto solo di mode, convincimenti e stili di vita personali per non parlare di smaccati tentativi commerciali per influenzare il consumatore.

Così la Cattaneo difende i demonizzati OGM, ritenendoli funzionali ad una agricoltura più sana e sicura, in grado di fare risparmiare agrofarmaci e migliorare le prestazioni produttive e sanitarie delle colture agrarie.  Critica le decisioni politiche che li hanno messi al bando, ritenendoli poco sicuri, ma consentendo il ricorso alla importazione di materie prime di loro derivazione. Ancora sul tema del miglioramento genetico cita le due scienziate premi Nobel: Charpentier e Doudna che hanno consentito l’applicazione di tecniche innovative, Crispr/Cas 19, ma ancora non del tutto sdoganate nella pratica quotidiana. Così come ritiene indispensabile la necessità di continuare le sperimentazioni in vivo su animali al fine di trarne vantaggi per la ricerca in umana. 

Per uscire da tutti questi equivoci è indispensabile realizzare una nuova alleanza tra scienza e società che forse fino a qualche tempo fa veniva data per scontata, anzi, il problema non si poneva nemmeno.

Spiega la Cattaneo, nel parlare del miglioramento delle condizioni di vita e nell’allungamento delle prospettive di vita: “Le buone condizioni igienico sanitarie dei paesi occidentali permettono di guadagnare ogni anno tre mesi in più di vita media: due terzi dei bambini nati in questi anni potrebbero arrivare a cento anni o addirittura superarli. Per rendere possibile tutto ciò le generazioni precedenti hanno dovuto impegnarsi, bonificare paludi, rendere potabili le acque, costruire ospedali, scuole e case con ambienti sani e riscaldati, nonché avviare la “rivoluzione verde” in agricoltura, oggi irragionevolmente criticata, che ha permesso di sfamare una popolazione sempre più vasta. Il processo non è terminato, e ogni giorno si continua a lavorare per il futuro. Un futuro che può essere luminoso ma contenere anche coni d’ombra, come l’evoluzione della pandemia da Covid – 19 ha dimostrato”.

Vi è poi un capitolo del libro completamente dedicato all’agricoltura, ai suoi problemi e alle contraddizioni che sta vivendo il settore primario nel nostro paese. E’ difficile farne un estratto o citarne a titolo di esempio solo alcuni passaggi. Di fatto è una difesa, ben documentata e articolata dell’agricoltura, in particolare di quella integrata che si deve preoccupare di fornire buoni alimenti a basso costo per soddisfare il bisogno primario dell’uomo: nutrirsi. 

La moderna agricoltura, per conseguire quell’obiettivo, non può non avvalersi di mezzi tecnici di produzione all’avanguardia come la chimica e le nuove tecniche di miglioramento genetico sperimentate ed approvate dalla scienza, così come di altri mezzi tecnologicamente avanzati come la meccanica, l’elettronica di precisione e la digitalizzazione.   

Per finire credo che debba fare molto piacere agli agricoltori e a chi li rappresenta avere in Senato una esponente scientifica che si prende cura dei loro problemi senza avere paura di esporsi in prima persona confidando su di una certezza: il metodo scientifico. 

  

A cura di Ildebrando Bonacini.